L’anello tra Cicogna, Casa dell’Alpino e Pogallo

Se si viene a Cicogna, l’anello che passa dalla Casa dell’Alpino e da Pogallo è uno degli imperdibili classici. Noi (Andrea e Nicola, due ragazzi impegnati nel servizio civile per il Parco Val Grande) lo abbiamo fatto nell’ordine scritto sopra, ma, se si parte alla mattina (non tardi) e si vuole pranzare al rifugio, potrebbe convenire farlo nel senso opposto, e cioè passando prima da Pogallo. In tal modo arriverete al rifugio Casa dell’Alpino più o meno per l’ora di pranzo. Fatta questa premessa, entriamo nel vivo del racconto.

 

CICOGNA – CASA DELL’ALPINO (ALPE PRÀ)

 

Il sentiero inizia dall’abitato di Cicogna, appena di fianco alla fontana che c’è sulla strada al di sopra dell’unico bar del paese. Da qui, in circa un’ora, si arriva alla Casa dell’Alpino, un rifugio A.N.A. Facendo l’anello in questo senso, questa prima ora risulterà certamente la più faticosa. Questa prima parte di sentiero, infatti, si snoda nel bosco su un terreno che è un mix di terra e pietre e, a parte qualche breve tratto in piano, è quasi tutta in salita fino al rifugio. Il lato positivo è che gli alberi ci accompagnano e fanno ombra lungo tutta questa ascesa, a parte gli ultimi 500 metri. Infatti, non appena il bosco inizia a diradarsi e si inizia ad essere baciati dal sole, si può essere soddisfatti: vuol dire che manca poco alla Casa dell’Alpino!

 

SASSO COPPELLATO

 

Se però avete ancora un po’ di energie potete fare una brevissima deviazione. Appena prima del Rifugio, lungo il sentiero principale, troverete sulla sinistra un altro piccolo sentiero che in un minuto vi porterĂ  al sasso coppellato. Il masso è chiamato così per via delle cosiddette “coppelle”, ovvero incisioni a forma di coppetta scavate su rocce o massi in formazioni particolari, come visibile nella foto qua sotto. Il significato è tuttora sconosciuto, ma quello che si sa è che queste incisioni sono antichissime, probabilmente preistoriche. Oltre all’innegabile valore storico che rappresenta, il secondo motivo per intraprendere questa piccola deviazione è che dal sasso si può anche godere del panorama sul lago.

 

anello cicogna pogallo

 

Tornati sul sentiero principale si riprende la salita e in un paio di minuti si arriva finalmente al rifugio dove ci si può rinfrescare con l’acqua della fontana, ammirare anche qui lo splendido panorama sul Lago Maggiore ed eventualmente mangiare. Noi abbiamo optato per una pausa breve: avendo deciso di fare l’anello in questo senso, ci siamo portati il pranzo al sacco da mangiare una volta arrivati a Pogallo.

 

CASA DELL’ALPINO (ALPE PRĂ€) – POGALLO

 

Dopo qualche attimo di sosta, riprendiamo quindi il sentiero che in circa 10 minuti ci porta a un bivio: a sinistra si va verso Cima Sasso, una vetta alta 1916 metri da cui si gode di una vista a 360 gradi, mentre a destra c’è la strada che oggi interessa a noi e che ci porterà fino a Pogallo. Da qui, in un’ora circa, si arriva all’alpeggio, e il sentiero, a parte l’ultimo tratto, è tutto in discesa. Andando a destra al bivio, quindi, si inizia a scendere passando attraverso altri alpeggi ormai tutti diroccati e abbandonati. Dopo pochi minuti, si entra in un bel bosco dal quale si uscirà solo una volta arrivati al nostro secondo checkpoint di giornata, Pogallo appunto. La camminata procede senza problemi; una volta arrivati all’alpe, la prima cosa che si incontra è una grande fontana dove ci si può rinfrescare nuovamente e ricaricare le borracce. Dopo un doveroso e breve giro tra le belle baite dell’alpeggio, ci rechiamo verso l’ampio prato che si trova all’ingresso di Pogallo (arrivando da Cicogna) dove ci fermiamo a mangiare.

 

L’ECCIDIO DI POGALLO

 

Se si passa di qua non ci si può esimere dall’approfondire e conoscere l’aspetto storico. Questo, infatti, non è un alpeggio come un altro: qui si è consumato il terribile Eccidio di Pogallo del 18 giugno 1944 per mano dei nazifascisti. Questo eccidio è stato uno dei tanti inenarrabili crimini perpetrati dai nazifascisti in queste zone. Esso faceva parte dell’ampia operazione di rastrellamento della Val Grande, il cui fine era quello di annientare tutte le formazioni partigiane della nostra valle. Proprio all’ingresso di Pogallo, dove c’è questo grande pratone, è presente una lapide a ricordo delle 18 persone che sono state catturate e fucilate. Di loro, 11 erano partigiani e 7 sono rimasti ignoti. Vicino alla lapide è poi presente un cartellone che approfondisce ulteriormente questi terribili rastrellamenti, con anche le parole di Nino Chiovini, partigiano, scrittore e storico della Resistenza.

 

anello cicogna pogallo

 

 

POGALLO – CICOGNA

 

Finito il pranzo e il doveroso approfondimento storico, ripartiamo per percorrere l’ultimo tratto del nostro anello. Questa ultima parte di percorso, che ci riporterà a Cicogna in 1.20h circa, si sviluppa con qualche leggero saliscendi non particolarmente provante. Il sentiero costeggia il Rio Pogallo, uno splendido torrente dall’acqua cristallina dove d’estate, ogni tanto, si vede qualcuno fare il bagno in qualche pozza. Lungo il percorso, qualora si volesse approfondire tale aspetto, sono inoltre presenti vari cartelli informativi che approfondiscono la flora e la fauna della zona. Noi proseguiamo a ritmo costante, e, poco prima delle 14.00, siamo di nuovo a Cicogna.

 

Questo giro ad anello è assolutamente consigliato per la valenza storica, paesaggistica e naturalistica che ha da esprimere. Come detto all’inizio, per chi viene a Cicogna questo è un grande classico: chiunque sia un minimo allenato, munito di attrezzatura e vestiario adeguato, può percorrerlo senza eccessive difficoltà e godersi tutto il bello che questa camminata ha da offrire.

 

Nicola e Andrea

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